I cinghiali hanno invaso le nostre montagne grazie ad alcuni furbacchioni che se la godono dopo aver introdotto questa specie animale in boschi e maggenghi che di tutto avevano bisogno tranne che di animali così nocivi all'equilibrio naturale ed alla stabilità idrogeologica dei nostri pendii. La Provincia attua deboli e discutibili interventi di abbattimento che oltre a non essere minimamente incisivi per la soluzione del problema mettono parecchio sarcasmo e spesso malumore sia tra i cittadini che tra i cacciatori stessi.
Chi è proprietario di quei pochi appezzamenti di terreno ancora regolarmente falciati sulle pendici montane si vede di anno in anno ...costretto a demolire motofalciatrici o a rinunciare alla manutenzione del territorio per i disastrosi effetti del lavoro di procacciamento del cibo messo in atto da questi animali. Zolle intere rivoltate e maciullate su estensioni sempre più grandi e con danni sempre più evidenti sulla cotica erbosa dovuti alla totale distruzione del prato.
Io, scusate, ne ho piene le scatole di questa situazione e credo fermamente che sia ora di far qualche cosa di veramente determinante per la totale eliminazione di questa specie animale dai boschi della Valtellina.
Si chiama eradicazione del cinghiale dal territorio non vocato. La si può fare in vari modi.
La Provincia di Verona, con le allegate direttive mi pare abbia individuato una possibile soluzione al problema.
La Provincia di Sondrio dovrebbe consentire ai privati anche non cacciatori la cattura di tali animali con il mezzo delle gabbie/trappole (chiusini) fornendoli direttamente in comodato d'uso e programmandone gli abbattimenti e/o catture unitamente agli uffici dei servizio agricoltura e caccia della Provincia.
Le battute potrebbero essere gestite e organizzate dai numerosi consorzi di bonifica montana o di miglioramento fondiario esistenti nelle zone di rispettiva competenza fino a totale eradicazione di questi animali.
Gli animali catturati dovrebbero essere "smaltiti" ai costi più bassi possibili. Secondo principi selettivi i capi di qualità e salute migliore "rispediti" nelle aree e nei parchi di naturale provenienza a spese dell'Amministrazione Provinciale. Gli altri capi in parte consegnati morti e per uso alimentare ai privati proprietari di terreni che hanno subito i danni a titolo di indennizzo e i rimanenti alle varie mense scolastiche e non esistenti nella nostra provincia.
Se la Provincia di Sondrio non dovesse provvedere in tal senso sarebbe opportuno che tutti i proprietari di terreni che hanno subito le "barbare" invasioni dei cinghiali producessero contemporaneamente domanda di indennizzo per la sistemazione delle superfici danneggiate e delle piantagioni distrutte allegando un dettagliato "computo metrico estimativo" con prezzi aggiornati delle lavorazioni di movimentazione terra, livellazione, semina e piantagione atte a ristabilire la situazione agreste primordiale. Tali richieste dovrebbero essere ripresentate alla Provincia ogni qualvolta vengano verificate nuove azioni di aratura dei voraci ungulati.
L'alternativa in caso di inadempienze o di interventi inefficaci è l'avvelenamento cui ricorrono gli agricoltori disperati. Ricordo che questa pratica è fuori legge e non può essere messa in atto salvo rischi di pesanti condanne penali.
Tutto il resto è un gran cianciare.
La Provincia, i Comuni, le Comunità Montane che vogliono essere parte attiva in una politica di reale eradicazione del cinghiale dal nostro territorio devono darsi da fare approvando un regolamento sul genere di quello sopra indicato, mettendo a disposizione risorse economiche reperibili dall'aumento delle tasse sui permessi di caccia e fornendo supporto logistico e materiale (Gabbie/trappole detti chiusini) ai privati singoli od associati che intendono collaborare o che chiedono interventi in tal senso.
Sarebbe bello conoscere l'opinione di molti su questa proposta. Scrivete un vostro commento.